Fitoterapia

La fitoterapia è una branchia della Medicina definita medicina naturale. Spesso, più per abitudine che per convinzione, viene utilizzato il termine di "medicina alternativa". In effetti, però, è più corretto parlare di "medicina complementare", contemporanea a tutte le altre forme di medicina: chemioterapia, agopuntura, chirurgia, fisioterapia... La Medicina è una sola. È tutto ciò che può servire al mantenimento della salute o al raggiungimento della guarigione nell'uomo e negli animali.

Per attuare correttamente una buona fisioterapia è, senza dubbio, necessario individuare la pianta o le piante più idonee a combattere il problema; tuttavia, anche quando la scelta è esatta, essa non assicura l'efficacia del trattamento se non si procede ad una somministrazione del fitopreparato tale da contenere una concentrazione ottimale di principi attivi, i quali devono raggiungere in forma attiva i punti di azione (recettori) e permanervi a concentrazioni sufficienti per tutto il periodo necessario al raggiungimento dell'effetto farmacologico desiderato.

Le variabili che dobbiamo sempre valutare per una migliore risposta farmacologica sono:

  • la dose;
  • la frequenza;
  • la forma fitoterapica.

La " dose terapeutica" è la quantità di principio attivo da somministrare per ottenere l'effetto desiderato.

La "frequenza" deve tener conto delle somministrazione ripetute a intervalli regolari al fine di mantenere il tasso ematico del principio attivo ad un livello efficace e più possibile costante.

Le forme fitoterapiche di una droga o di un suo derivato può incidere profondamente sull'entità dell'azione farmacologica, sulla sua durata e in certi casi persino sul tipo azione. Ad esempio la micronizzazione delle sostanze medicamentose, la diversità degli eccipienti o la loro mancanza possono influenzare l'assorbimento del preparato e quindi i suoi effetti terapeutici.

La forma fitoterapica è molto importante perchè da essa dipende la concentrazione dei principi attivi che possono essere assorbiti a livello intestinale e di cui si può disporre ai fini dell'azione farmacologica.

La preparazione più classica dell'erboristeria è l'estrazione acquosa (decotto e infuso) ottenuta in genere da una miscela di droghe chiamata TISANA.

La preparazione di una miscela di piante secche indirettamente la miscelazione di più principi attivi; diventa importante perciò conoscere la composizione chimica e il meccanismo d'azione delle piante da miscelare.

E' facile dedurre come la formulazione corretta di una "tisana" non sia un fatto meccanico, semplicistico e generalizzato. In una corretta formulazione dovrebbero esserci:

  1. il rimedio di base, costituito da uno o due piante scelte in funzione dell'azione farmacologica principale che si vuole ottenere (Remedium cardinale);
  2. il rimedio sinergico costituito da uno o due piante che rinforzano l'azione terapeutica del rimedio di base;
  3. il correttore di sapore (Corrigens) utile per rendere più gradevole il sapore della tisana.

Gli infusi, i decotti e le macerazioni acquose sono preparazioni estemporanee.